La vitamina B12, preziosa per il nostro organismo
La vitamina B12, detta anche cobalamina, è una vitamina idrosolubile che riveste un ruolo essenziale nella formazione dei globuli rossi, nel metabolismo cellulare, nelle funzioni nervose e nella produzione del DNA.
Il nostro organismo è in grado di immagazzinare scorte di vitamina B12 attraverso una dieta bilanciata: alimenti quali pollame, carne rossa, pesce, uova e latticini rappresentano una preziosa fonte.
Non è invece presente nei vegetali, infatti casi di deficit possono essere comuni in chi segue una dieta vegetariana o vegana. Sono a rischio di sviluppare carenza anche gli anziani e coloro che soffrono di patologie che interessano il tratto digerente o che comunque possono influire sull’assorbimento dei nutrienti, come la celiachia o il morbo di Chron.
Farmaci come la metformina, utilizzata nei pazienti diabetici, e gli inibitori di pompa protonica, impiegati per contrastare l’acidità gastrica e il reflusso, riducono l’assorbimento di vitamina B12. Nel caso di lunghe terapie con questi farmaci è opportuno monitorare costantemente il livello.
Indipendentemente dalle cause di natura patologica, dati dimostrano che sono in molti a non assumere una sufficiente quantità di vitamina B12. Il National Health and Nutrition Examination Survey ha stimato che il 3,2 % degli adulti oltre i 50 anni hanno livelli di vitamina B12 decisamente bassi, mentre fino al 20% delle persone potrebbero avere una carenza oltre i limiti.
La dose giornaliera raccomandata in condizioni normali per un adulto è di 2,4 microgrammi.
I segni di un deficit da vitamina B12 includono principalmente anemia megaloblastica, affaticamento e debolezza muscolare, problemi intestinali, danni al sistema nervoso e disturbi dell’umore, problemi di memoria, intorpidimento, formicolio, problemi di equilibrio. Una diagnosi repentina e un trattamento immediato sono importanti per evitare gravi problemi neurologici e malattie vascolari.
Condizioni di carenza lieve possono trarre beneficio apportando modifiche della propria dieta o attraverso l’integrazione con varie formulazioni.
Fonti:
www.health.harvard.edu
www.mayoclinic.org
ods.od.nih.gov
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