La sindrome dell’occhio secco

Recentemente la Tear Film and Ocular Surface (TFOS), società scientifica che studia la sindrome dell’occhio secco, ha decretato che l’occhio secco è una malattia multifattoriale della superficie oculare caratterizzata da insufficiente lubrificazione e idratazione di quest’ultima. Questa patologia può causare numerosi sintomi, come secchezza, irritazione, bruciore, arrossamento e visione offuscata.
All’origine della patologia vi è un’alterazione del film lacrimale, un sottile strato di liquido che ricopre la superficie dell’occhio ed è prodotto da ghiandole lacrimali e da altre ghiandole accessorie. È composto da tre strati (mucoso, acquoso e lipidico), ognuno con funzioni specifiche di lubrificazione, protezione e stabilità della superficie oculare. Il film lacrimale può rompersi quando è insufficiente, in questo caso si parla di occhio secco da ridotta secrezione, oppure quando presenta alterazioni nella sua composizione e risulta instabile. A causa di questa instabilità il film lacrimale non riesce a permanere a lungo sulla superficie, ma tende ad evaporare troppo velocemente. In questo caso si parla di occhio secco di tipo evaporativo.
La malattia dell’occhio secco colpisce centinaia di milioni di persone in tutto il mondo ed è uno dei motivi più frequenti per cui il paziente si rivolge all’oftalmologo. L’occhio secco è dovuto a numerosi fattori:
▸ condizioni ambientali quali inquinamento o bassa umidità;
▸ uso sempre più frequente di schermi per motivi di lavoro o di svago;
▸ uso di lenti a contatto;
▸ aria secca dell’ambiente causata da sistemi di riscaldamento e condizionamento;
▸ lesioni o infiammazioni dell’occhio;
▸ vari farmaci, come i betabloccanti, gli antistaminici, gli antidepressivi.
La gestione della malattia dell’occhio secco è complicata a causa della sua natura multifattoriale. Può essere diagnosticata durante una visita oculistica. L’obiettivo finale è quello di ripristinare la qualità del film lacrimale ricorrendo all’utilizzo di colliri lubrificanti o lacrime artificiali. Le lacrime artificiali dovrebbero contenere acido ialuronico ad alto peso molecolare, riconosciuto dalla comunità scientifica come un ottimo sostituto lacrimale in grado di aderire alla superficie oculare e di lubrificare ed idratare la superficie dell’occhio, avere una componente lipidica che mimi la funzione dello strato lipidico ed essere privi di conservanti, fosfati ed emulsionanti, sostanze dannose per la superficie oculare.
Fonti:
doi.org/10.1016
doi.org/10.1007
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