Una buona alimentazione riduce il rischio cardiovascolare

Una buona alimentazione riduce il rischio cardiovascolare

Il colesterolo non è solo un fattore di rischio cardiovascolare. Rappresenta un lipide (grasso) normalmente presente nell’organismo: si trova nella bile sotto forma di acidi biliari oppure in forma libera, è uno dei componenti delle membrane cellulari, costituente di molti degli ormoni steroidei (corticosteroidi, estrogeni) e della vitamina D. Il colesterolo circolante è trasportato nel sangue grazie al ruolo delle lipoproteine, che si dividono in:

▸ Lipoproteine a bassa densità (LDL) che garantiscono il trasporto di colesterolo nelle cellule. Questo è definito però colesterolo cattivo, poiché, se in eccesso si accumula e apporta modifiche alle strutture cellulari, causando ostruzione del flusso sanguigno e compromettendo l’elasticità delle arterie.

▸ Lipoproteine ad alta densità (HDL), definite “buone” perchè raccolgono il colesterolo cattivo in eccesso e lo indirizzano al fegato per l’eliminazione.

Oltre a valori fuori norma di colesterolo, anche livelli alti di trigliceridi costituiscono un indicatore di rischio per malattie cardiovascolari. I trigliceridi sono dei grassi introdotti principalmente attraverso l’alimentazione in seguito ad apporto di zuccheri semplici e costituiscono un’importante riserva energetica per l’organismo. Una condizione di ipertrigliceridemia è generalmente associata ad un aumento della pressione arteriosa, a steatosi epatica (fegato grasso), ad innalzamento del colesterolo cattivo LDL ed elevata glicemia.

Quest’ultima rappresenta la concentrazione di glucosio nel sangue, nutriente essenziale per tutte le cellule. Come per i trigliceridi, anche per il glucosio la principale fonte di apporto sono gli alimenti. Il corpo umano possiede un sistema di regolazione intrinseco che consente
di mantenere costante la glicemia durante l’arco della giornata: l’insulina è secreta quando il livello di glucosio nel sangue è troppo alto, con la funzione di diminuirlo mediante l’attivazione di processi metabolici e cellulari. A digiuno, i valori glicemici possono variare: tra 110 e 125mg/dl si parla di alterata glicemia a digiuno, condizione che dovrebbe invitare ad adottare misure sullo stile di vita (American Diabet Association).

La presenza concomitante di valori alterati di colesterolo, trigliceridi e glicemia è favorita dalla presenza di grasso addominale (larga circonferenza vita) e rappresenta una condizione particolarmente rischiosa per lo sviluppo di sindrome metabolica.

Una buona alimentazione è tra le principali misure correttive da adottare per contribuire a mantenere tali valori nella norma.

▸ Grassi insaturi sì, saturi no: i grassi saturi si trovano principalmente in prodotti di origine animale, burro, formaggi. I polinsaturi (es. omega 3 e omega 6) invece sono contenuti soprattutto nel pesce, nella frutta secca come le noci, nei semi oleosi, negli oli di semi e in quello di oliva.

▸ No ai grassi trans: si trovano in particolare negli snack dolci e salati di produzione industriale e rappresentano un ingrediente presente naturalmente in alcuni alimenti di origine animale come prodotti lattiero-caseari e carne derivata dai ruminanti. Un eccesso di grassi trans, anche quelli di origine vegetale, è correlato ad aumento dei livelli di LDL e rischio per cuore e arterie.

▸ Sì alle fibre, che riducono l’assorbimento intestinale dei grassi: mangiare molta frutta e verdura, crusca, cereali integrali, avena, orzo, legumi.

▸ Limitare l’apporto di sale e di zuccheri, riducendo i dolci ed evitando le bevande zuccherate.

▸ Privilegiare alcuni metodi di cottura: preferire la bollitura, le cotture al forno o a vapore piuttosto che la frittura o la cottura alla brace.

▸ Meno grassi in generale, evitando di abbondare ad esempio nei condimenti. In particolare sono da evitare burro, lardo, strutto a favore di oli vegetali polinsaturi o monoinsaturi, primo fra tutti l’olio extravergine di oliva, ma anche quelli di semi (soia, girasole, mais, arachidi).

▸ No a bevande alcoliche: l’alcol aumenta la sintesi di trigliceridi, che si accumulano nel tessuto adiposo.

La caratterizzazione del profilo lipidico e la rilevazione della glicemia sono possibili attraverso autoanalisi da effettuare anche in Farmacia: si tratta di test che consentono di valutare o monitorare il rischio legato allo sviluppo di disturbi cardiovascolari e metabolici.

Fonti:
www.nhs.uk
Istituto Nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran)
www.fondazioneveronesi.it

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