Insonnia e depressione
L’insonnia, il più comune disturbo del sonno in cui un soggetto ha difficoltà nell’addormentarsi e di cui soffre circa il 30% degli individui adulti, può generare nei più giovani il rischio di sviluppare stati depressivi.
Nel 40% dei soggetti, l’insonnia si sviluppa in forme croniche mentre la depressione resta un problema intermittente.
Da quando sono in vigore le restrizioni governative, in questo periodo di emergenza Covid-19, si sono modificati molti dei comportamenti e delle comuni abitudini. Le restrizioni adottate dal Governo, la quarantena, la solitudine, ma anche lo smart working, o la perdita del lavoro hanno scatenato una serie a cascata di effetti psicologici sui cittadini, costretti dall’oggi al domani ad un cambio totale del loro modo di vivere. Il coronavirus ha obbligato le persone di colpo all’isolamento, chiusi in casa, allo stare distanti. Tutto ciò ha lasciato un segno importante sulla salute mentale degli italiani: depressione, ansia, insonnia, stress.
Ore e ore ad occhi aperti a rigirarsi tra le coperte, o a camminare su e giù per la casa in attesa che arrivi il sonno.
Per favorire il riposo notturno, si può ricorrere ad alcune semplici strategie come, per esempio, evitare di svolgere attività che eccitano il sistema nervoso, fare attività fisica dopo cena, guardare la televisione, stare a lungo davanti al computer o ai videogiochi, lavorare o studiare fino a tardi.
Queste attività “eccitanti” possono essere sostituite con altri passatempi che invece rilassano il sistema nervoso, predisponendoci al riposo. La scelta dell’attività da svolgere può variare da persona a persona, ma un bagno caldo, la lettura di un romanzo, un po’ di meditazione o l’ascolto di musica rilassante sono strategie che danno, generalmente, ottimi risultati contro l’insonnia temporanea.
Qualora, dopo aver modificato le abitudini associate al sonno, i disturbi non dovessero migliorare, il proprio medico potrebbe prescrivere una visita dal neurologo specialista dei disturbi del sonno per approfondimenti. Il neurologo indagherà sullo stile di vita in generale, sulla dieta seguita, sullo stato di salute presente e passato per desumere eventuali malattie e terapie che possano aver contribuito all’insorgere dell’insonnia. Potrà, inoltre, consigliare, al fine di valutarne meglio la gravità, di tenere un diario in cui annotare gli orari del sonno per un paio di settimane.
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