Celiachia e ferro

Celiachia e ferro

La celiachia è una malattia autoimmune cronica che colpisce l’intestino tenue in risposta all’ingestione di glutine, una proteina presente nel grano, nell’orzo e nella segale, colpisce circa l’1% della popolazione e che può portare a danni e infiammazioni della parete intestinale. L’unico trattamento per la celiachia è una dieta rigorosa e priva di glutine per tutta la vita.

I sintomi della celiachia possono variare ampiamente da soggetto a soggetto e possono includere dolore addominale, gonfiore, diarrea, stitichezza, affaticamento, anemia, perdita di peso ed eruzione cutanea. Se non trattata, la celiachia può portare a complicazioni come la malnutrizione, l’osteoporosi e un aumentato rischio di alcuni tipi di cancro (vedi bibliografia 1). L’anemia da carenza di ferro è una complicanza comune nei pazienti celiaci. Le linee guida nazionali e internazionali raccomandano lo screening per la valutazione dei parametri del ferro in questa categoria di soggetti. Quando si parla di sideropenia, invece, non sempre sono presenti alterazioni ematologiche evidenti; infatti, i livelli di emoglobina possono risultare essere nella norma, ma la ferritina e la saturazione della transferrina risultano essere basse. In questo caso è fortemente raccomandato di incrementare la quantità di ferro attraverso la dieta o l’integrazione alimentare.

Integrazione di ferro e celiachia

L’integrazione di ferro è spesso richiesta nei pazienti con celiachia, che spesso presentano uno scarso assorbimento del ferro a causa dell’infiammazione intestinale (vedi bibliografia 2). A tal fine, le formulazioni orali di ferro sono spesso preferite rispetto alle formulazioni intravenose, a causa della maggiore praticità d’uso e delle preferenze dei pazienti. Tuttavia, l’assunzione di formulazioni standard di ferro per via orale nei pazienti celiaci potrebbe aggravare alcuni sintomi della patologia, come il dolore addominale, il gonfiore, la diarrea e la costipazione (vedi bibliografia 3). Inoltre, un eccesso di ferro libero nel lume intestinale può potenzialmente portare alla proliferazione di batteri patogeni nell’intestino a discapito del microbioma intestinale, causando disbiosi e aumentando il rischio di infezioni (vedi bibliografia 4).

Per evitare questi effetti collaterali è possibile sfruttare le proprietà del ferro micronizzato e microincapsulato, una particolare formulazione di ferro liposomiale. In pratica, il ferro si trova protetto da una microcapsula che agisce da guscio protettivo. Vari studi hanno dimostrato che la forma microincapsulata ha il grande vantaggio (rispetto alla formulazione di ferro in forma ionica) di un elevato assorbimento gastrointestinale ed un’elevata biodisponibilità a fronte di una ridotta tossicità sistemica (vedi bibliografia 5). Grazie alla tecnologia di microincapsulazione liposomiale, viene inoltre eliminato il sapore metallico caratteristico e tipico del ferro ed è quindi possibile ottenere una compressa di sapore piacevole. Il ferro microincapsulato non entra in contatto con la mucosa gastrointestinale (e con i possibili microorganismi patogeni), ma viene direttamente assorbito dall’intestino. Il guscio liposomiale previene la precoce degradazione della sostanza e/o la sua inattivazione prima dell’arrivo nel tratto intestinale facilitando così il completo assorbimento. Inoltre, la concentrazione plasmatica del ferro liposomiale è risultata essere massima dopo due ore dall’assunzione, il che garantisce una maggiore biodisponibilità dell’elemento per tutti i processi metabolici (vedi bibliografia 5).

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Bibliografia:
1. Mahadev S., et al. Prevalence of Celiac Disease in Patients with Iron Deficiency Anemia – a Systematic Review with Meta-analysis. Gastroenterology. 2018, 155(2): 374-382.
2. Malterre T. Digestive and nutritional considerations in celiac disease: Could s supplementation help? Altern. Med. Rev. 2009;14:247-257.
3. Elli L., et al. Nomenclature and diagnosis of gluten-related disorders: A position statement by the Italian Association of Hospital Gastroenterologists and Endoscopists (AIGO) Dig. Liver Dis. 2017;49:138-146.
4. Buret et al., J Biomed Sci, 2019; Parmanand et al., J Nutr Biochem, 2019. 5. Visciano et al., Giornale Italiano di Nefrologia, 2013.

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